Director: Paolo Genovese
Production: Think Cattleya
E' giunto il momento di fare outing: da ragazzino sono stato arbitro federale e non ho mai sfruttato la mia tessera AIA per andare a vedere una partita in Tribuna Monte Mario. Fondamentalmente di calcio non me ne fregava niente e avevo fatto il corso da arbitro solo perché a 17 anni fai qualsiasi cosa per guadagnare due spiccioli.
Percorrere tanti chilometri col tuo assordante cinquantino, parcheggiarlo lontano dal campo per evitare gli atti di vandalismo del dopo partita, calarsi nella parte e presentarsi alle due squadre, controllare le reti, il fischio d'inizio... e poi correre.
Correre per 90 minuti al gelo, con gli schizzi di fango che frustano i polpacci, i tuoi fischi che si trasformano in piatti di una bilancia, i giocatori animali da circo che contengono l'istinto di sbranarsi, gli spalti pieni di mostri che incitano alla violenza, gli insulti, gli sputi, il sole d'inverno che cala in un momento, il buio a fine partita e in quel buio, le sigarette che si accendono e si spengono aspettandoti fuori dal campo...
Se devo raccontare quanta bellezza c'era in quella vita, mi viene in mente il discorso di Michele nello spogliatoio. E io che amo da allora, appena diciassettene, e visceralmente questo film, oggi devo andare indietro soltanto di due scene per capire, per riconoscere perfettamente cosa significa "i pomeriggi di Maggio non torneranno più" e trattenere le lacrime quando Michele grida "mamma! Mia madre non tornerà più".
Tutto ciò che c'è da sapere sul crescere e sul guardarsi indietro è raccontato in questa sequenza.
Oggi che di calcio continua a non fregarmene niente, mi ritrovo a vivere un parallelo divertente. Come quando da ragazzino alcuni amici mi maledicevano per il fatto che non sfruttavo quella tessera, capito a cena con un caro amico e collega storyboard artist, appassionatissimo di calcio: mi dice che non ha mai lavorato a uno spot con qualche giocatore, io faccio due conti rapidi e per la prima volta realizzo che in 15 anni ne ho disegnati una carrettata.
Ecco la formazione:
Cesc Fàbregas, Santi Cazorla, Victor Valdés,
Álvaro Arbeloa, Sergio Ramos, Francisco Román Alarcón, Marcelo Vieira,
Fabio Cannavaro,
Rino Gattuso,
Paolo Rossi,
Pippo Inzaghi, Christian Abbiati, Fernando Morientes,
Andrea Pirlo e modestamente... "il Capitano".
Ma a parte la mia adolescenza da arbitro e la bellezza dei tifosi che ti sputano addosso, tutto questo non ha nulla a che vedere con la poesia di Palombella Rossa.