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sabato 3 marzo 2018

Balocco Campagna 2017 #rough #shootingboard


Director: Daniele Luchetti
Production: Brand-Cross

Qualche volta ti chiedono di realizzare dei thumbnails che per ragioni economiche poi diventano tutto ciò che verrà mostrato al cliente. And that's it.

Cruschelle
Balocco #shootingboard


 Cuore d'Oro
Balocco #shootingboard


 Pastefrolle
Balocco #shootingboard


 Zuppole
Balocco #shootingboard


 Faccine
Balocco #shootingboard


 Gocciolotti
Balocco #shootingboard


 Mandorlato
Balocco #shootingboard


 Pandoro
Balocco #shootingboard


 Ciambelle
Balocco #shootingboard


 Bastoncini
Balocco #shootingboard


martedì 6 giugno 2017

Aperol Spritz - 2016 #shootingboard

Director: Gabriele Muccino
Production: BRW Filmland

Qui i tre passaggi di lavorazione.

#shootingboard #aperol step lavorazione


Soggetto #1
Aperol Spritz - 2016 #Shootingboard 1



Soggetto #2
Aperol Spritz - 2016 #Shootingboard 2



HD
https://www.youtube.com/watch?v=HJUrS4VO3MA
https://www.youtube.com/watch?v=Usq9PrDPTos

sabato 21 gennaio 2017

Dacia Sandero Stepway - 2016 #shootingboard

Director: Claudio Cupellini
Production: Think Cattleya

Dacia Sandero Stepway - 2016 shootingboard



Ed è subito parodia...

lunedì 23 marzo 2015

Neo Optalidon - 2014 #shootingboard

Director: Carlo Sigon
Production: Think Cattleya

Un nuovo film di Neo Optalidon che a quanto pare è stato acquisito dalla Omega Chefaro. Ho un amico che lavora per una multinazionale del settore farmaceutico-ospedaliero e ogni tanto mi racconta di brevetti scaduti e acquisizioni. Quello che ho trovato sul sito della Chefaro spiega più di mille parole...

  
T-R-E-N-T-A-C-I-N-Q-U-E-M-I-L-I-O-N-I-D-I-E-U-R-O

Di seguito lo shootingboard del 30", regia del grande Carlo Sigon, produzione Think Cattleya. 






Versione da 20" del film.


Mazda CX5 Japan - 2014 #shootingboard

Director: Fabrizio Mari
Japan market.

CX5 e Atenza sono i primi due film giapponesi a cui ho lavorato, grazie al compagno di mille avventure e regista eccellente, Fabrizio Mari. Devo dire che sento il Giappone: lo sento in tutto il quel montaggio sincopato, per non parlare del sorriso che inevitabilmente ti strappa il "bià draiva".




E di seguito il director's cut.

venerdì 27 giugno 2014

Il Capitano e tutti gli altri, ma soprattutto... i pomeriggi di Maggio. 10eLotto - 2014 #shootingboard

Director: Paolo Genovese
Production: Think Cattleya


E' giunto il momento di fare outing: da ragazzino sono stato arbitro federale e non ho mai sfruttato la mia tessera AIA per andare a vedere una partita in Tribuna Monte Mario. Fondamentalmente di calcio non me ne fregava niente e avevo fatto il corso da arbitro solo perché a 17 anni fai qualsiasi cosa per guadagnare due spiccioli.
Percorrere tanti chilometri col tuo assordante cinquantino, parcheggiarlo lontano dal campo per evitare gli atti di vandalismo del dopo partita, calarsi nella parte e presentarsi alle due squadre, controllare le reti, il fischio d'inizio... e poi correre.
Correre per 90 minuti al gelo, con gli schizzi di fango che frustano i polpacci, i tuoi fischi che si trasformano in piatti di una bilancia, i giocatori animali da circo che contengono l'istinto di sbranarsi, gli spalti pieni di mostri che incitano alla violenza, gli insulti, gli sputi, il sole d'inverno che cala in un momento, il buio a fine partita e in quel buio, le sigarette che si accendono e si spengono aspettandoti fuori dal campo...
Se devo raccontare quanta bellezza c'era in quella vita, mi viene in mente il discorso di Michele nello spogliatoio. E io che amo da allora, appena diciassettene, e visceralmente questo film, oggi devo andare indietro soltanto di due scene per capire, per riconoscere perfettamente cosa significa "i pomeriggi di Maggio non torneranno più" e trattenere le lacrime quando Michele grida "mamma! Mia madre non tornerà più".
Tutto ciò che c'è da sapere sul crescere e sul guardarsi indietro è raccontato in questa sequenza.


Oggi che di calcio continua a non fregarmene niente, mi ritrovo a vivere un parallelo divertente. Come quando da ragazzino alcuni amici mi maledicevano per il fatto che non sfruttavo quella tessera, capito a cena con un caro amico e collega storyboard artist, appassionatissimo di calcio: mi dice che non ha mai lavorato a uno spot con qualche giocatore, io faccio due conti rapidi e per la prima volta realizzo che in 15 anni ne ho disegnati una carrettata.
Ecco la formazione: Cesc Fàbregas, Santi Cazorla, Victor ValdésÁlvaro Arbeloa, Sergio Ramos, Francisco Román Alarcón, Marcelo Vieira, Fabio Cannavaro, Rino Gattuso, Paolo Rossi, Pippo Inzaghi, Christian Abbiati, Fernando Morientes, Andrea Pirlo e modestamente... "il Capitano".

Ma a parte la mia adolescenza da arbitro e la bellezza dei tifosi che ti sputano addosso, tutto questo non ha nulla a che vedere con la poesia di Palombella Rossa.



lunedì 12 maggio 2014

Gucci - The Fringe - 2013 #storyboard


Director: I have no idea
Production: I have no idea
It happens.

Non è un vero commercial. È uno di quei "film" che ormai si usano sulle piattaforme alternative, nei circuiti e negli eventi di settore. Il mondo del Fashion è in continua evoluzione: stanno nascendo festival di Cinema Fashion... e io odio lavorare nel Fashion.
In Gennaio ho rischiato di rovinare un rapporto di lavoro con un producer durato più di un decennio, per colpa di un regista fashion. Questo lavoro però risale a Ottobre: un mattina prendiamo il treno e ci rechiamo nella Gucci Farm (la chiamano così) di Firenze, riunione con l'art director e di corsa a produrre 40 disegni da mostrare a Frida Giannini, una delle donne più potenti del globo... il globo fashion.
Il problema è che non lavori col regista: lavori con l'art e tanto il regista non è un vero regista, ma uno che viene dallo scatto fotografico (fashion), che tradotto in italiano significa che non ne capisce una mazza di regia, ma sono tutti preoccupatissimi per come presentare la borsa, quale modella scegliere, quanto i miei scarabocchi dovranno raccontare il mondo Gucci. Nessuno si preoccupa del fatto che uno shootingboard servirebbe ad altro. Pranzo insieme a un paio  di modelli minorenni, che parlano tre o quattro lingue e hanno una materia grigia verginissima. Mi preoccupo un po' per loro, chissà che vita faranno... povero illuso (parlo di me ovviamente). Cerco di non litigare con le "assistenti sceme", quelle che prima o poi incroci nel mondo fashion e che mi fanno venir voglia di farmi esplodere in mezzo ai modelli con cui ho pranzato: pezzi di efebi che volano a rallenty come in Zabriskie Point ma senza i Pink Floyd, perché sono troppo poco fashion. Finisco il lavoro e prendo il treno, lasciandomi alle spalle tutto ciò che è fashion.

Se volete vedere il film in una fashionaggine più HD, cliccate qui.






Lines È - 2013 #animatic e #shootingboard


Director: Pierluca De Carlo
Production: Little Bull

Lines È, nuovo commercial pensato da Armando Testa. Riunioni su Skype fra Roma e L.A. col regista Pierluca De Carlo, un italiano ormai completamente americanizzato che ha iniziato (niente poco di meno che) come assistente di Herb Ritts. Per raccontare qualcosa di più sul processo produttivo di uno spot, pubblico Animatic da agenzia (so che al riconoscibilissimo autore dello storyboard farebbe comunque piacere) e lo shootingboard realizzato in corsa.
Faccio notare che ormai lo zatterone coatto è sinonimo di eleganza: evidentemente i tempi cambiano e io non mi adatto come Lines È.






Renault Clio Costume National - 2014 #shootingboard


Director: Matteo Garrone
Production: Think Cattleya

"Un incontro", on air da qualche giorno, per la regia di Matteo Garrone. Una riunione infinita, 7 ore e tante modifiche: per questa ragione in questo film c'è molto di mio. I modelli simpatici e abbiamo scoperto che in Brasile vengono trattati come carne da macello. La scelta della giusta canzone qui, come quasi sempre, fondamentale. Informazione di servizio: lo Sky King (che è un'auto con un braccio a cui è attaccata la macchina da presa) costa 7mila euro a settimana... per dirne una. Tutto sommato, a parte un primo piano di troppo, funziona e abbiamo portato a casa il risultato.





Amplifon - 2014 #shootingboard


Director: Matteo Pellegrini
Production: Movie Magic International

On air i nuovi commercials Amplifon, per la regia di Matteo Pellegrini. Ci siamo chiesti perché su tre soggetti neanche uno con una protagonista femminile. Evidentemente il problema riguarda soprattutto gli uomini... e forse mia nonna fingeva. Di seguito uno dei soggetti.




venerdì 24 gennaio 2014

The smaaaaart commercial

I filmati presenti in questo post sono stati presi da Internet e quindi valutati di "pubblico dominio". Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, potranno segnalarlo e provvederò alla rimozione degli stessi. Immagini adatte ad un pubblico adulto.

una scena del film


Ok, in questi giorni tutti a parlare (e postare) di "Mistakes", che in effetti è un enorme fenomeno virale: circa 6 milioni di visualizzazioni e condivisioni a sbafo sul social network. E' ben fatto, riceverà tanti premi, è brillante (conosco molti pubblicitari che direbbero "è smart")... gli errori capitano e possono essere fatali.

Ma davvero è così smart?
Fatemi capire: è smaaart perché non punta sulla spettacolarizzazione del dolore?
Per anni si è pensato che straziare fosse una grande idea: la rete è piena di questi esempi. Didascalici, affettati, fuori misura, fuori luogo e fuori target...


O forse è smaaaart perché non vuole dirti che sei uno stupido?


È smaaaaaart perché non c’è lo spiegone di un medico?


È smaaaaaaaart perché non ti sbatte in faccia la realtà?


È smaaaaaaaaaart perché non racconta il vuoto?


La verità è che "Mistakes" sembra toccare i tasti giusti, perché in precedenza non s'è fatto poi molto per evitare soluzioni infelici.
Detto ciò, per quanto ben fatto, il film non ha nulla di estremamente "smart". O più probabilmente è "smart" per l'epoca in cui viviamo...

A mio avviso questo è uno spot che brilla di luce propria.


Il vero problema in Pubblicità, la questione sempre aperta, è che intelligenza ed efficacia non sono sinonimi: è sempre una questione culturale.

giovedì 19 dicembre 2013

Barclays - France - Shootingboard

È la seconda volta che lavoro a un film (anche se di 60") con questa colonna sonora. La prima volta è accaduto quiÈ un record? Posso vantarmi? Posso almeno bullarmene.





Tim Ultra - "amo il talento" - Shootingboard

Il backstage.

Lo shootingboard


Il film

lunedì 2 dicembre 2013

ABBIAMO VINTO???

Il 23 Novembre Red Ronnie twitta questo.


Qualcuno si interessa alla vicenda: il 30 Novembre Luciana Landoni, di Repubblica.it (Milano), scrive:
-Un’azienda dolciaria conosciuta in tutto il mondo che utilizza l’idea di una liceale per la campagna pubblicitaria di un suo prodotto senza interpellare l’autrice: l’accusa è stata lanciata dal conduttore televisivo Red Ronnie attraverso il suo profilo Twitter ufficiale. "Guardate come Ferrero ha rubato l’idea grafica di una ragazzina di Pavia per la sua pubblicità. No Bueno", si ironizza nel tweet. Il disegno ripreso dall’azienda di Alba è stato realizzato da Giuditta Fiocchi, 18enne studentessa del liceo artistico Volta di Pavia, per il manifesto di una mostra dello scorso maggio al Castello Visconteo.
(Rettifico io: in realtà realizzato per uno dei compiti di scuola e poi utilizzato anche come immagine del manifesto in questione)
Giuditta, che si dice "molto soddisfatta" dell’attenzione ricevuta da uno dei marchi più conosciuti del made in Italy, ha già scritto una lettera alla Ferrero, ma senza ricevere risposta. Non chiede alcun riconoscimento economico, vorrebbe solo essere coinvolta in "eventuali progetti futuri".-




Il primo Dicembre, Red Ronnie twitta ancora: "Abbiamo vinto! La Ferrero ha chiamato la ragazzina di Pavia da cui hanno copiato pubblicità". 

E su Repubblica.it (Milano) troviamo la conferma del padre di Giuditta:
"Ci ha telefonato un dirigente della Ferrero - racconta Romano Fiocchi a La Provincia pavese - Ci ha assicurato che l'idea è originale e che l'avevano lì da tempo, ma ha riconosciuto il talento di Giuditta: la coinvolgeranno in un progetto a cui stanno lavorando".


In Italia oggi la creatività non è mai stata più lontana dal significato e l'utilizzo improprio della parola stessa. Forma e contenuto sembrano essere diventati concetti astratti e la ragione fondamentale è una sola: mancaza i soldi.
Le agenzie chiudono o piangono miseria, le case di produzione idem e l'assenza di soldi si tramuta in assenza di idee, e ancor prima di cervelli, per apparenti alchimie socio-culturali... il "socio-culturale" è quella cosa che da noi in 20 anni ha fatto grandissimi balzi indietro.
I clienti vedendo calare le vendite e dovendo centellinare le spese anche sul fronte pubblicità, vogliono controllare maggiormente il prodotto finito, ma ovviamente non ne posseggono i requisiti e vogliono farlo in un epoca che non lo consente, perché di fatto "maggior controllo" significa "maggiore disponibilità economica".
La agenzie per necessità danno corda al cliente e questa loro incondizionata disponibilità si unisce a un prematuro ricambio generazionale, perché in caso di crisi chi è bravo e ha esperienza fa le valigie, e subentrano i juniores, che obiettivamente non hanno ancora gli strumenti adatti e che -sempre per ragioni "socio-culturali"- sono meno o peggio preparati delle generazioni passate.

Pochi soldi = clienti più preoccupati e quindi esigenti + fuga della creatività.
Agenzie prostrate e creativi acerbi + clienti a briglia sciolte = disastri pubblicitari

Esempio di una recentissima campagna che io e
alcuni colleghi stiamo ancora cercando di capire

Uno dei disastri pubblicitari che connota quest'epoca è il copiare male (non il copiare, che s'è sempre fatto). E' sintomatico constatare che un'agenzia copi dall'idea di una diciottenne.
E a meno che non nasci genio, purtroppo anche le idee hanno un'età.

Nello stesso calderone di confusione socio-culturale, mistificazione e incompetenza, viene cotta a fuoco lento l'innocenza della ragazza, che da diciottenne idealista "non chiede alcun riconoscimento economico ma si accontenterebbe di essere coinvolta in eventuali progetti futuri".
L'atteggiamento è terribilmente sbagliato e nessuno spiega a lei o alla famiglia che non solo sarebbe suo diritto il riconoscimento della "paternità" dell'idea, ma che tale riconoscimento implicherebbe anche un pagamento dello sfruttamento economico di quell'idea.
Quello che mi stupisce è che anche Red Ronnie è contento: "Abbiamo vinto!"
E in mezzo a tanta gente disinformata o disorientata, complice più o meno consapevole dell'ennesima uccisione di un diritto, il "dirigente della Ferrero" gioca i suoi due assi vincenti: assicuriamo che l'idea è originale e coinvolgeremo la ragazza in progetti a venire.
Una mossa da maestro... quello che però fa il minimo sindacale.
Tutti contenti e coglionati.


Una simile vicenda, gestita altrettanto male, è accaduta non molto tempo fa a Juan Luis Garcia che anziché citare l'agenzia, ha scritto una lettera strappalacrime a Spike Lee, il quale giustamente gli ha risposto: "ma chi ti conosce!??"
In rete se n'è parlato abbondantemente.

Per la cronaca, la Ferrero (o chi per lei) non è nuova a un riutilizzo lecito o non di idee, format, formule.
Ecco un esempio che molti hanno già dimenticato.

Herba - ideato nel 1996 da Nazca Saatchi & Saatchi di Buenos Aires

Kinder Ferrero - copiato nel 2007 da Pubbliregia 
(l'agenzia di comunicazione interna a Ferrero)

Et voilà! Ecco come una porcata diventa prassi. PNB, India - 2009

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