Lavorare alla seconda stagione di Romulus è stato per me un onore, oltre che un piacere. Mi avevano contattato anche per la prima stagione, ma qualche volta capita che sei già impegnato su altre produzioni, non puoi abbandonare e devi quindi dire di no. E' poi successo di nuovo con L'isola delle Rose... stessa casa di produzione e stessa sorte per me avversa. Insomma desideravo lavorare con Groenlandia da tantissimo tempo e alla fine, con Romulus 2 ce l'abbiamo fatta. La beffa è che sia lo storyboard artist di Romulus 1 che quello de L'isola delle Rose sono poi stati premiati con La Pellicola d'Oro. Per chi non conoscesse questo premio va chiarito che gli storyboard non vengono esaminati dalla giuria, giacché a noi storyboard artists neppure viene richiesto di inviarli... il premio nel migliore dei casi è assegnato in base al successo del film o della serie. Un metodo pressoché arbitrario. Quindi per me doppia sfortuna.
Ma la sfortuna è proseguita quando io, per soddisfare al meglio e più rapidamente la produzione, ho tirato dentro un amico che in maniera del tutto casuale ha lavorato con l'assistente dello showrunner, realizzando circa il 20% del lavoro, mentre io ho dato man forte ad altri due registi della serie producendo l'80% di quanto complessivamente storyboardato. E dove sta la sfortuna? Sta nel semplice fatto che per i lavori successivi a Romulus lo showrunner, che è anche il boss di Groenlandia, ha detto al suo assistente "per questa nuova produzione chiama quello che ci aveva fatto gli storyboard per Romulus 2" e quindi l'assistente ha chiamato il mio amico... e questa cosa è successa una volta, due volte, tre volte, finché il mio amico è praticamente diventato lo storyboard artist di Groenlandia.
Niente da recriminare al mio amico, anche perché l'ho coinvolto io e non l'avrei fatto se non avesse la mia stima. Sono molto contento per lui, ma qualche volta va così e come diceva Napoleone, meglio avere generali fortunati che generali bravi.
Se c'è stato un pizzico di fortuna in quest'esperienza, posso dire che almeno ho conosciuto Enrico Maria Artale, uno dei due registi con cui ho lavorato: vera macchina da guerra... forse l'unico fra tutti i registi della nuova generazione che si presenta in riunione con taccuino, elenco di inquadrature, e mi chiede con estrema precisione una mostruosità di materiale in ogni singola sessione di lavoro. Con lui poi ho avuto la fortuna di lavorare anche su Django e recentemente su Un prophete.
Seguono poche pagine random delle tante, tantissime prodotte... più di 50 su 4 differenti episodi.