Director: Marco Missano
Production: Diaviva
Ho lavorato con questo giovane e bravissimo regista per anni, una quindicina almeno. Possiamo dire che siamo cresciuti e diventati adulti insieme. Il film Expert era una delle tantissime occasioni di collaborazione. E poi cos'è successo? E' successo che il settore dei commercials in Italia ha iniziato a vacillare... sgretolarsi probabilmente (qualcuno ormai lo dice ad alta voce). Basta aprire gli occhi e osservare con quanta incompetenza e sciatteria si fa oggi comunicazione. Insomma, chi produce ha deciso di dover risparmiare sullo shootingboard così come su altre voci della produzione: 100-150 euro in meno a film per lo shootingboard e sarebbe stato uno dei tanti modi di rosicchiare il budget qui o lì. Finora in questo racconto niente di sorprendente: quando l'economia va giù, si stringe la cinghia, e il lavoro dei producers è anche quello di limare all'osso ogni spesa. Lo hanno fatto anche gli editori in questi ultimi anni, sebbene i due settori, Editoria e Pubblicità, si muovano su numeri completamente differenti e questa differenza era proprio quella che fino a poco tempo fa rendeva sensatissimo scegliere la Pubblicità invece dell'Editoria.
Nel biennio '22-'23 alcuni shootingboard artists quindi hanno abbassato il loro tariffario.
Del 5%? Del 10%? Di quanto?
Di oltre il 30%. Nessuno gliel'ha imposto ma lo hanno abbassato ben oltre il minimo sindacale definito dalla stessa categoria nel 2022, dopo aver raggiunto una sorta di implicita intesa.
Ehhh, l'implicita intesa! Che vuol dire? Chissà quanti shootingboard artists saranno fuori dal circuito di quell'intesa e se ne andranno in giro a far danni senza alcuna cognizione di causa?!! Quanti?
Nessuno. Nessuno che possa definirsi shootingboard artist. Perché la verità è che siamo pochissimi, meno di una manciata. E' un lavoro estremamente difficile, ci si arriva con grande fatica... e quando un giovane si affaccia a questa professione, prende contatto coi seniores e viene istruito, consigliato, guidato... anche sui tariffari.
A chi non avesse contezza di alcuni classici equivoci, lo shootingboard artist non è il visualizer, ovvero quello che nelle agenzie pubblicitarie viene erroneamente definito "storyboard artist"... di visualizers ce n'è una marea. E non è nemmeno lo storyboard artist, che di fatto come lo shootingboard artist lavora coi registi in fase produttiva, ma in ambiti differenti da quello del commercial. Sia gli shootingboard artists che gli storyboard artists per live action sono in effetti pochissimi.
Se siamo così pochi non è difficile decidere di fare fronte comune sui nostri compensi, soprattutto considerando il nostro importante apporto alla produzione, l'aiuto che diamo ai registi nel trovare soluzioni tecniche o narrative, i ritmi forsennati ai quali siamo sottoposti, il dover lavorare nei weekend come fosse la norma e l'esiguo peso del nostro costo all'interno di budget spesso (ancora) molto consistenti. Per dirne una, guadagniamo molto meno di un addestratore che porta un cane sul set per mezza giornata. E anche gli addestratori di cani non sono più di una manciata, ma a differenza nostra applicano perfettamente il principio del "less is more", perché banalmente meno persone sanno offrire un certo tipo di servizio e più quel servizio varrà.
Nel biennio '22-'23 alcuni shootingboard artists quindi hanno abbassato il loro tariffario.
Del 5%? Del 10%? Di quanto?
Di oltre il 30%. Nessuno gliel'ha imposto ma lo hanno abbassato ben oltre il minimo sindacale definito dalla stessa categoria nel 2022, dopo aver raggiunto una sorta di implicita intesa.
Ehhh, l'implicita intesa! Che vuol dire? Chissà quanti shootingboard artists saranno fuori dal circuito di quell'intesa e se ne andranno in giro a far danni senza alcuna cognizione di causa?!! Quanti?
Nessuno. Nessuno che possa definirsi shootingboard artist. Perché la verità è che siamo pochissimi, meno di una manciata. E' un lavoro estremamente difficile, ci si arriva con grande fatica... e quando un giovane si affaccia a questa professione, prende contatto coi seniores e viene istruito, consigliato, guidato... anche sui tariffari.
A chi non avesse contezza di alcuni classici equivoci, lo shootingboard artist non è il visualizer, ovvero quello che nelle agenzie pubblicitarie viene erroneamente definito "storyboard artist"... di visualizers ce n'è una marea. E non è nemmeno lo storyboard artist, che di fatto come lo shootingboard artist lavora coi registi in fase produttiva, ma in ambiti differenti da quello del commercial. Sia gli shootingboard artists che gli storyboard artists per live action sono in effetti pochissimi.
Se siamo così pochi non è difficile decidere di fare fronte comune sui nostri compensi, soprattutto considerando il nostro importante apporto alla produzione, l'aiuto che diamo ai registi nel trovare soluzioni tecniche o narrative, i ritmi forsennati ai quali siamo sottoposti, il dover lavorare nei weekend come fosse la norma e l'esiguo peso del nostro costo all'interno di budget spesso (ancora) molto consistenti. Per dirne una, guadagniamo molto meno di un addestratore che porta un cane sul set per mezza giornata. E anche gli addestratori di cani non sono più di una manciata, ma a differenza nostra applicano perfettamente il principio del "less is more", perché banalmente meno persone sanno offrire un certo tipo di servizio e più quel servizio varrà.
Dunque negli ultimi due anni alcuni shootingboard artists (fra cui seniores con una lunghissima esperienza) si sono impegnati a mantenere un tariffario minimo e poi sono scesi a prezzi che neppure 20 anni fa sembravano dignitosi.
E mentre i nostri colleghi illustratori schiumano da almeno un decennio nel mondo dell'Editoria come tanti cani che si litigano un solo osso, noi siamo riusciti a metterci a dieta senza che nessuno ci aiutasse.
E mentre i nostri colleghi illustratori schiumano da almeno un decennio nel mondo dell'Editoria come tanti cani che si litigano un solo osso, noi siamo riusciti a metterci a dieta senza che nessuno ci aiutasse.
Giudicare le esigenze personali di chi deve sostenere una famiglia è difficile, ma è altrettanto difficile non giudicare la stupidità di chi insensatamente avvia un processo distruttivo di una categoria professionale altamente specializzata e per molti versi esclusiva.
E' il folle giocare al ribasso che porterà ad un'unica e inevitabile fine.
Sono dispiaciuto per questo sfogo amaro: potrò almeno consolarmi nel raccontare ai posteri che lo sfacelo non è certo dipeso da me.
E' il folle giocare al ribasso che porterà ad un'unica e inevitabile fine.
Sono dispiaciuto per questo sfogo amaro: potrò almeno consolarmi nel raccontare ai posteri che lo sfacelo non è certo dipeso da me.
Di seguito shootingboard e commercial.